Tematiche interessi prospettive dell'educ attuale

5 C LSU as 2018 2019 Pedagogia

Libro in adozione: Mariangela Giusti, PEDAGOGIA IL MANUALE DI SCIENZE UMANE, Ed. Deascuola



Mese  dicembre 2018     UNITA' 15



Tematiche, interessi, prospettive dell'educazione attuale
ex UNITA' 15, UNITA' 11 nuova edizione


In una società in continua trasformazione, l'educazione scolastica deve tenere presenti alcuni temi fondamentali, tra i quali
- L'Inclusione (differenze sociali, handicap, situazioni economiche svantaggiate, multicultura, intercultura);
- L'Uso delle nuove tecnologie: TIC Tecnologie per l'Informazione e la Comunicazione 
- I Nuovi metodi didattici. Es: Debate, cooperative learning, flipped classroom, EAS, PBL ecc. Per EAS si intende Episodio di Apprendimento Situato - necessita di conoscenze già acquisite e per PBL si intende Problem Based Learning - è un apprendimento basato su un problema e non sulle conoscenze, si vedano - a proposito - gli esempi in questo sito a "4 A Filosofia as 2017-2018).
NB Se si guarda al passato e a ciò che abbiamo studiato, ci accorgiamo che la cooperative learning era stata "adottata" da Freinet (cooperazione tra pari) mentre la flipped classroom ci fa pensare al metodo didattico applicato nella scuola di don Milani: "chi sa di più insegna a chi sa meno".

Inclusione

Nel 1962, con la legge n. 1859 del 31 dicembre, la scuola media diventava unica. In passato, dopo le elementari, le scuole si dividevano in medie, scuola di avviamento professionale e corsi di scuole d'arte e dei conservatori. 
L'unificazione generò molte aspettative, soprattutto da parte dei ceti sociali non abbienti che aspiravano a migliori condizioni di vita attraverso l'istruzione. La "scuola di massa" appariva come una possibilità per salire nella scala sociale.
Purtroppo non fu così per due motivi: di fatto, nonostante l'obbligo, non tutti i ragazzi andavano a scuola, inoltre l'afflusso della massa pose nuove problematiche tra gli insegnanti che non erano preparati ai nuovi compiti e, di conseguenza, operavano una forte selezione sociale bocciando e rimandando, per cui l'abbandono divenne molto alto (si legga a proposito "lettera a una professoressa" del 1967 scritta da otto ragazzi della scuola di Barbiana e da Don Milani, le cui prime pagine sono pubblicate su questo sito "5 C Pedagogia LSU as 2018/2019" "Unità 13").
Ancora oggi la percentuale dei ragazzi che abbandona la scuola è alta. Accade soprattutto nel passaggio tra il biennio e il triennio. Questo fenomeno è detto in molti modi: "dropout", "mortalità studentesca", "discontinuità".
Secondo le statistiche, ci sono 5 categorie di studenti che abbandonano la scuola o che, pur non abbandonandola, sprecano le loro risorse:
- Studenti poco motivati, senza progetti alternativi oppure in cerca di lavoro;
- Studenti non soddisfatti delle scelte scolastiche, che cominciano a pensare di trasferirsi in un altro istituto ma poi lasciano passare tempo e non lo fanno;
- Studenti bocciati più volte;
- Studenti che passano da un istituto all'altro;
- Studenti che completano il corso di studi nel tempo stabilito ma con risultati più bassi rispetto al loro potenziale.

Handicap
A metà degli anni Settanta viene introdotta la scheda di valutazione personale.

Per tutte le leggi relative all''hancicap si legga, in questo sito, "Alternanza Scuola-lavoro in una scuola primaria" (in 4 C Psicologia LSU as 2017 2018), che, comunque, viene sotto riportato:

1977: Legge 517 del 4 agosto: fissa l'inizio della scuola in tutta la penisola italiana al primo ottobre, giorno in cui si festeggia San Remigio: di qui il termine "remigini" per indicare i bambini che si iscrivono in prima elementare.
La legge prevede anche la formazione lavorativa per i portatori di handicap e l'abolizione, all'interno delle classi, tra normodotati e disabili, potendo contare su personale di sostegno istituzionale.
1987: La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 215, dà nuovo impulso ai diritti dei portatori di handicap, "garantendo lo sviluppo della personalità".
1992: Legge 104: "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate", pubblicata sulla G. U. 17, febbraio 1992, n. 39.
2010: Legge 170 dell'8 ottobre 2010: "Nuove norme in materia di disturbi specifici dell'apprendimento in ambito scolastico".
2012: DM 27/12/2012
2013: Circolare Ministeriale 8/2013



DIGRESSIONE...

Nella foto: Blue Ribbon Fruit, by Kristen Hatgi Sink, Museum of Contemporary Art, Denver. Color blind conversion courtesy of EnChroma, Inc.


Articolo tratto da ARTRIBUNE By Giulia Ronchi -9 gennaio 2020

Musei e daltonismo: collaudati nuovi occhiali per vedere tutti i colori delle opere d’arte
DARE LA POSSIBILITÀ A TUTTI DI VEDERE LA STESSA GAMMA CROMATICA È UNA FORMA DI INCLUSIONE. SU QUESTO SI BASA IL PROGRAMMA ITINERANTE DI ENCHROMA, MIRATO A FAR SPERIMENTARE AL PUBBLICO DEI MUSEI LE NUOVE LENTI PER DALTONICI.

Se i musei del XXI Secolo sono concepiti non solo per contenere ed esporre arte, ma per essere luoghi di accoglienza, inclusione, divulgazione culturale e aggregazione sociale, è giusto che il tentativo di renderli accessibili a tutti sia in continuo miglioramento. L’ultimo caso viene dall’America, dove l’azienda EnChroma – produttrice di tecnologie per lenti all’avanguardia – ha messo a punto un nuovo modello di visore capace di restituire a chi è affetto da daltonismo tutta la gamma di colori finora carente. Quale luogo poteva essere più adatto alla sperimentazione, se non il museo? I soggetti daltonici, sebbene partano con un grosso svantaggio nella fruizione d’arte, non sono ancora annoverati nell’ADA – American with Disabilities Act. Un punto in più a favore della ricerca e dell’accessibilità. 

GLI OCCHIALI ENCHROMA: COSA SONO
Come funziona la nuova tecnologia EnChroma? A prima vista possono sembrare comuni occhiali dalle lenti colorate, ma in realtà sono dotati di filtri ottici “che rimuovono le lunghezze d’onda della luce in cui i coni rosso e verde hanno una sovrapposizione eccessiva”: in altre parole, vanno a regolare la percezione della tricromia – rosso, verde e blu – nei soggetti che non riescono a vedere correttamente tutti i livelli di colore. La presentazione degli esiti della ricerca al pubblico dei centri culturali è stata un esito naturale per l’azienda. “Con gli occhiali EnChroma, possiamo condividere la speranza di O’Keeffe di trasmettere la grandezza e la meraviglia del mondo a tutti”, ha commentato Katrina Stacy, Curatrice interna al Museo Georgia O’Keeffe di Santa Fe, una tappa in cui il progetto è stato accolto con particolare entusiasmo. Il daltonismo – analizzato per la prima volta nel 1974 dallo scienziato John Dalton, da cui prende il nome – è un disturbo che si eredita geneticamente. Si stima che nel mondo esistano 300 milioni di daltonici, in gran parte maschi (il 7-8%, mentre le femmine sono tra lo 0,4 e lo 0,5). La sua diagnosi solitamente si ottiene attraverso il test di Ishihara, attraverso il quale si risale ai colori che non possono essere percepiti dai soggetti malati. EnChroma mette a disposizione sul suo sito un veloce test disponibile qui https://enchroma.com/pages/test. 

GLI OCCHIALI ENCHROMA NEI MUSEI
La collaborazione è avvenuta anche con il Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City, il Crystal Bridges Museum of American Art, nell’Arkansas, il Museum of Contemporary Art di Chicago e il Centraal Museum di Utrecht (al momento l’unica destinazione europea). L’ultimo evento, a dicembre 2019, si è svolto al Museum of Contemporary Art di Denver, in Colorado: molti soggetti affetti da daltonismo, hanno potuto fare l’esperienza, per la prima volta nella loro vita, di vedere tutti i colori delle opere esposte (le testimonianze sono state documentate e inserite nel video in alto). Determinata nella missione di rendere i centri culturali accessibili a tutti, EnChroma rende gli occhiali disponibili a prezzi ridotti per musei, centri scientifici, biblioteche e sistemi scolastici (i prezzi variano tra i 250 e i 450 dollari). Al MCA Denver, in quanto parte del programma di accessibilità dell’azienda, ne sono stati donati quattro paia, di cui due da bambino. 

-Giulia Ronchi 

Multicultura e intercultura




Multiculturale è quella comunità (nazionale, scolastica, sociale) in cui sono presenti più popoli o etnie che tuttavia rimangono separati fra loro, ognuno nella propria zona fisica e culturale, e che raramente entrano in contatto; interculturale definisce invece un contesto relazionale in cui i vari gruppi linguistici e culturali stabiliscono fra loro un costante rapporto dialettico di arricchimento reciproco fondato sul mutuo rispetto, sull'interesse per ciò che l’altro rappresenta o può rappresentare. 
Secondo Richard Rorty (1931-2007), pedagogista e filosofo americano, le strategie didattiche devono stimolare le relazioni con gli altri, per allargare il raggio delle conoscenze. Per far questo, è necessario un "dialogo" che, riconoscendo alle differenze una specificità culturale, mantenga le identità nelle alterità.
Ma questo, secondo Rorty, è possibile solo se si è capaci di dare meno importanza alle differenze di provenienza. Per raggiungere questo obiettivo, il ruolo della scuola è fondamentale, anche attraverso la lettura di fiabe e storie. (Ad esempio "La cerbiatta cieca", una fiaba ambientata nel Nord-est dell'Argentina, in cui una cerbiatta si costruisce la propria identità a contatto non solo con gli animali ma anche con l'uomo).
Secondo Emmanuel Lévinas (1905-1995), filosofo francese, l'individuo non sceglie gli altri ma si trova all'interno della molteplicità e proprio all'interno di questa differenza si costruisce come soggetto.
Una delle modalità di raggiungimento del "dialogo" è suggerita da Northrop Frye (1912-1991), critico letterario canadese, che vede l'importanza, in qualunque processo educativo, dei simboli (o archetipi moto-poietici) della letteratura che, attraverso le strutture verbali, imita e ricostruisce "il sogno totale dell'uomo" (alla base dei suoi studi sono riconoscibili gli archetipi di Jung). Nelle fiabe, nei miti, nella letteratura in genere ci sono simboli (della vita, della morte, delle stagioni, del sogno) che consentono di rintracciare l'identità.

I 2 video che seguono sono 2 interviste a Sofia Corradi
Sofia Corradi è una pedagogista italiana nata a Roma nel 1934.
E' soprannominata "mamma Erasmus" per aver ideato il "progetto" Erasmus.
La parola Erasmus è sia l'acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students, perché è un programma di mobilità studentesca, creato nel 1987, sia dall'umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536), che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprendere le differenti culture.




  




Le migrazioni italiane nel mondo
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Secondo Hans Georg Gadamer (1900-2002) la varietà e la diversità sono privilegi della cultura europea.
Per Gadamer "è importante tenere sotto controllo i propri preconcetti e fare in modo che l'altro non sia invisibile".
Secondo Jcques Deridda (Algeri 1930-Parigi 2004) è importante tenere presenti le dinamiche storico-culturali dei movimenti in uscita e in entrata relativi all'Italia. 
E' opportuno ricordare le immigrazioni degli italiani che dagli ultimi decenni del 1800 andarono al di là degli oceani: gli italiani emigravano verso l'America del Nord, nelle grandi città degli Stati Uniti e del Canada, verso il Sud America, in Argentina, in Brasile, in Uruguay, in Australia.

Le cifre degli italiani che emigrano:
- Dal 1876 al 1900: 5mila italiani;
- Dal 1900 al 1914: 8milioni di italiani. In questo periodo l'emigrazione diviene familiare nel senso che non partono più singoli individui ma famiglie intere, con bambini, anziani e donne (SI VEDA L'INTERVISTA DELL'ALUNNA ALICE D'A, ALLA NONNA EMIGRATA IN ARGENTINA NEL 1954, PRECEDUTA DAL PADRE - BISNONNO DI ALICE - NEL 1952).

Da un rapporto del Ministero dell'Interno, relativo all'anno 2012, gli italiani che vivono all'estero sono 4.350.000:
- 2.365.170 in Svizzera, Germania e Belgio a cui seguono Francia, Gran Bretagna e Spagna;
- 1.338.172 in Argentina, Brasile, Venezuela, Uruguay;
- 400.000 nell'America centro-settentrionale;
- numeri più bassi in Oceania, Asia, Africa;
- 3 in Antartide.
  
E' necessario che la scuola abitui gli allievi al dialogo nel rispetto di 2 categorie separate di diritti:
quelli all'appartenenza che interessano il linguaggio, i codici, le memorie del gruppo, e quelli alla cittadinanza che riguardano la partecipazione alla vita sociale e politica attraverso norme che assicurano pari opportunità nell'istruzione, nel lavoro e nell'accesso ai servizi sociali. 









Intervistare, secondo le indicazioni date nell'a.s. 2017/18, gli immigrati 

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